OPERE / Il Buon Samaritano

 IL BUON SAMARITANO

 

DAL VANGELO DI LUCA: 10,29-37

Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va' e anche tu fa' così”.

 

Per i Padri della Chiesa è Gesù il Buon Samaritano, colui che si fa prossimo dell’uomo abbattuto in mezzo alla strada, colui che è il “prossimo” da amare. In Occidente l’interpretazione dell’episodio è moralistica: riteniamo di dover essere pronti a fare i “buoni samaritani”, i salvatori degli altri. Dobbiamo identificarci prima di tutto con colui che ha bisogno di essere raccolto, medicato, fasciato e portato nella locanda per essere aiutato. E il nostro salvatore è Dio che si fa nostro prossimo. Egli è il Dio lontano che si è fatto prossimo, che ha raccolto Adamo e lo ha portato alla locanda - figura della Chiesa - consegnando all’albergatore (lo Spirito Santo o anche Pietro) le due monete, simbolo dell’Antico e del Nuovo Testamento (così Severo di Antiochia) utili per risanare l’uomo.  

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